Per ottenere i migliori risultati, da decenni la nostra famiglia si impose una serie
di regole e di auto-limitazioni, quali:

  • potatura secca invernale molto corta, da sei a nove gemme, a seconda della vigoria della singola pianta;
  • eliminazione primaverile dei grappoli non perfetti;
  • diradamento estivo dell’uva in esubero rispetto alla capacità della singola pianta di condurre a perfetta maturazione ogni grappolo;
  • produzione di uva non superiore a 60/65 quintali per ettaro;
  • raccolta manuale dell’uva, con cernita e drastica pulizia effettuata già in vigna, eliminando, acino per acino, quelli non perfetti.

Potatura Vigne Vecchie

La nostra famiglia si impose da lungo tempo anche le seguenti regole, a salvaguardia dell’ambiente e dei terreni che ospitano i vigneti:

  • estrema limitazione del numero dei trattamenti con fitofarmaci ed esecuzione di interventi integrati, cioè solo quando sono indispenabili;
  • rifiuto di utilizzare prodotti diserbanti e disseccanti per l’eliminazione delle erbe che infestano i vigneti, ed utilizzo esclusivo di mezzi meccanici, integrati dalla zappatura manuale;
  • (il Regolamento CEE n°2078/92, che impone la riduzione dell’uso di fitofarmaci, concimi e pesticidi in agricoltura, che la mia azienda ha adottato, autorizza alcune varietà di diserbanti e disseccanti ad impatto limitato, ma noi abbiamo scelto di non farne assolutamente uso.)
  • utilizzo di fertilizzanti, ridotto al minimo indispensabile ed unicamente allo scopo di reintegrare il fabbisogno già assorbito dalla pianta, che, non essendo sollecitata a produrre la quantità, ha un ridotto consumo d’elementi;
  • concimazione delle viti solo quando la pianta ne ha necessità, privilegiando concimi naturali di origine organica, come stallatico di allevamenti conosciuti e di fiducia, di cui sono sicuro del sistema d’allevamento dei bovini, ed humus.

Vendemmia Manuale 1980

Vendemmia manuale con attenta cernita dei grappoli

Nella realtà, la produzione annua d’uva della mia azienda agricola ammonta, secondo l’annata, a 50/60 Q.li/Ha., corrispondenti a 35/42 ettolitri/ettaro all’atto della svinatura ed a 1200-1500 grammi per ceppo, con la densità d’impianto di 4000 ceppi/ettaro, contro gli 80 Q.li/Ha previsti dal disciplinare di produzione della Docg Barolo.

Per migliorare la qualità dell’uva Nebbiolo destinata ad una speciale riserva avevo in mente da diversi anni un ambizioso progetto, di selezione di un clone di Michét presente all’interno dello stesso vigneto MONPRIVATO, piantato da mio nonno Maurizio nel 1921, selezionato da mio padre Giuseppe nel 1959 e reimpiantato nel 1963, al quale ho dato avvio nel 1983.

Nel 1985 il Barolo MONPRIVATO riportò una prestigiosa affermazione internazionale.

In una degustazione effettuata a Londra dal Forum Vinorum, libera associazione di degustatori, professionisti e Master of Wine, i cui risultati furono pubblicati dalla rivista “The Vine” di M.r Clive Coates M.W., il Barolo MONPRIVATO 1978 risultò il miglior vino della degustazione, ed il solo a ricevere il punteggio pieno di 20/20. Davanti, non solo a 27 rossi Doc e DocG italiani provenienti da varie regioni tra i quali alcuni Barolo, ma a ben 56 Château, Grand Cru, 1er Cru Classé, 1er Grand Cru Classé, 2ème Cru, tra i quali nomi celeberrimi come Château Petrus, Château Margaux, Château Latour, Château Lafite, Château Mouton Rotschild, e Château Haut-Brion.

Molte vecchie annate di Barolo MONPRIVATO di oltre venticinque anni di età, nonostante la non intensa dotazione antocianica di partenza si stanno comportando molto bene alle degustazioni che periodicamente eseguo in cantina con affezionati Clienti, amici ed intenditori; cosa che conferma la grande capacità del MONPRIVATO di sopportare bene lunghi invecchiamenti, come è indicato nel DIAGRAMMA DI LONGEVITA’ >

Negli anni 1982, 1985, 1987 e 1990, grazie ad una serie di successive acquisizioni, ho completato la proprietà del vigneto MONPRIVATO, divenendo l’unico produttore di Barolo ottenuto da questo vigneto.

Nel 1986 ho avuto la conferma pratica dell’origine marina di queste colline, quando durante gli scavi per la movimentazione del terreno nel sito “1 N”, dalla profondità di quattro metri affiorarono blocchi di tufo arenario e sassi recanti lo stampo di fossili a forma di alga e conchiglie marine.

Allo scopo di migliorare ulteriormente la qualità dei miei vini, nel 1994 ho dato avvio alla collaborazione tecnica con l’enologo Dott. Donato Lanati, allo scopo di studiare e quindi realizzare un vinificatore specifico per l’uva Nebbiolo da Barolo, che fosse in grado di ottenere il massimo d’estrazione con il massimo di sofficità.

Botti Slavonia Questa consulenza ha portato alla costruzione di un prototipo di vinificatore del tutto inedito, sia nella tecnica di realizzazione che nei risultati ottenibili, che riproduce fedelmente e consente di controllare in automatico la tradizionale vinificazione lunga. Questo prototipo ha ottenuto il “Brevetto per Invenzione Industriale” dal Ministero dell’Industria Commercio, Artigianato ed Agricoltura, e costruito in quattro esemplari perfettamente funzionanti, consente di ottenere ottimi risultati.